martedì 28 febbraio 2012

Acquisti post Mantova Comics

Partecipare con la Cyrano a Mantova Comics lo scorso weekend è stato piacevole come sempre.

Buona la compagnia, rassicurante il nostro stand nero e arancione (che, nonostante le piccole dimensioni, si fa notare), e interessanti alcune cosplayer XD

Ho fatto alcuni acquisti di cui sono parecchio contenta. Questa volta, a causa delle magre finanze, ho preferito evitare la gadgettistica, e sono andata alla ricerca di alcune pubblicazioni diverse da quelle che sono solita acquistare, per dare un po' di nuovo respiro alle mie librerie ormai asfissiate da troppi, ma sempre troppi pochi, fumetti.

Bene, iniziamo la carrellata.

Il primo acquisto è stato L'attacco dei Mostri di Neve Mutanti, strisce invernali con Calvin & Hobbes protagonisti. E' la prima volta che compro qualcosa di Watterson, che ero solita leggere a sprazzi sulla Comix, al liceo.



Dopodiché ho individuato allo stand della ReNoir (che non delude mai) l'adattamento a fumetti del lungometraggio di Thomas Moore, candidato agli Oscar nel 2010, che si chiama Brendan e il segreto di Kells.



E' splendido, totalmente in stile Samurai Jack: personaggi stilizzati che si muovono su sfondi curatissimi, sfondi che sembrano quasi degli ornamenti liberty-pop.

Non ho ancora avuto modo di leggerlo (né di vedere il lungometraggio) ma lo farò presto, e mi auguro poi di raccontarvi com'è :)



Poi, su suggerimento del buon Fales, ho preso Mesmo delivery, totally pulp, dal tratto interessante e dalla china quasi onirica. La trama è fantastica perché in sostanza si riassume in una scazzottata che non concede nulla al buon gusto. W Tarantino!



E infine, dopo queste escursioni tra USA, Irlanda e Brasile, sono tornata al Giappone, con I am a Hero di Kengo Hanazawa. Perché l'ho preso? Perché sta entusiasmando anche chi i manga non li vuole vedere nemmeno col binocolo, e già si sta pensando a un film.

Sono contenta perché me lo sto leggendo senza sapere nulla, senza avere spoiler o commenti da parte di chi conosco: so solo che mi ha preso sin dalla prima vignetta e che non vedo l'ora di prendere i prossimi numeri. Credo di aver intuito dove andrà a parare, ma in realtà è tutto fuorché scontato, almeno per ora.



Credo che Hanazawa utilizzi fortemente le fotografie, sia per gli sfondi che per i personaggi, la cosa si vede un sacco. A livello visivo non posso dire che sia tra i miei favoriti, ma dato che da anni non sono più una fan del "bello" (precisamente dalla 4° superiore, quando ho deciso che a me l'arte piace dall'Impressionismo in avanti), il tutto non può che incuriosirmi.

Quello che apprezzo in particolare è il saper rendere nelle scelte visive le scelte narratorie. In sostanza, basta sfogliare qualche tavola per avere una determinata sensazione, che poi si ritrova leggendo la storia. Questo è bellissimo, così come è bello quando visivo e contenuto contrastano e destabilizzano volutamente.

Mi manca ancora qualche pagina per terminare questo volume, e già vorrei avere qui con me il 2^ e il 3^ volume, e mi sa proprio che questo sabato andrò a procurarmeli ^^



In realtà c'è un altro piccolo capolavoro che ho acquistato su suggerimento del caro vecchio Isao, Rughe di Paco Roca. Ma la poesia che fuoriesce anche solo dalla copertina è tale da meritarsi un suo bel post, più avanti.

Qualcuno ha letto questi fumetti? E che ne pensate? Avete qualche consiglio? In questo periodo ho voglia di nuove letture... ^^

mercoledì 8 febbraio 2012

Ieri sera ho cenato con Milo Manara...



... e con altre 100 persone! :)

Ossia? Perché? Cosa?!

Ieri sera il prestigiossso Lions Club di Verona ha organizzato una cena di beneficenza per raccogliere fondi al fine di finanziare un libro divulgativo sulla Logogenia. Questi fondi sono derivati da una lotteria.

I premi in palio erano 2, entrambi splendidi: una fotografia degli anni '70, pluripremiata a livello internazionale, di Giancarlo Zucconelli (sì, il vignettista satirico Zuc dell'Arena) e un meraviglioso studio ad acquerello di Milo Manara.

I due artisti erano presenti alla cena (e seduti vicinissimi a me!), ma Milo (lo sapete che di nome fa Maurilio?) ha pure tenuto un intenso discorso in cui ha illustrato, attraverso le sue opere, il tema a lui tanto caro del Pittore e la Modella.

La sua presentazione è stata davvero appassionante, per vari motivi.

Innanzitutto per la Storia dell'arte, letta sotto la prospettiva del rapporto tra raffigurante e raffigurata; poi per l'alternanza tra le interpretazioni così sensualmente stimolanti di Manara e le opere di artisti vissuti dall'ellenismo sino ai primi del '900.

Vedere tutta quella bellezza, ma soprattutto quei concetti di bellezza, quei canoni che si modellano e si differenziano nei secoli, seguendo gli stilemi del momento, accostati alle opere di Manara, così tautologiche sia nelle forme che nelle tecniche, è stato davvero un momento di forte stimolo artistico, e interiore.

Le opere di un singolo uomo intrecciate nei secoli dell'arte.



Mi è piaciuto così tanto ascoltare un fumettista, un artista, davvero innamorato di ciò che fa e delle tematiche cui ha deciso di accostarsi.

Manara ci ha tenuto più volte a sottolineare che quello che stava dicendo è tutto verificabile e riscontrabile. Infatti, dal mio piccolo di laureata in storia dell'arte (ma davvero? ce l'ho davvero questa laurea? sembra persa nel tempo...) ho ritrovato nelle sue parole e negli aneddoti che ci ha riportato gli scritti di Plinio, di Vasari, di Bellori...

Ovviamente la lotteria mica l'ho vinta io, ma qualche super Lion :)

Sono la prima a riconoscere che Manara è spesso ripetitivo e che la sua evoluzione si è probabilmente fermata 20 anni fa, ma bisogna forse ammettere che si tratta di un artista che ha trovato una forma di Bellezza per lui talmente perfetta, che non ha più avvertito il bisogno di lasciarla, modificarla, cercarne una nuova.

Gli artisti spesso si dividono in 2 categorie: gli sperimentatori insoddisfatti, che nel perenne divenire del cambiamento trovano la loro normalità, e gli artisti che rintracciano un tema a loro congeniale e vivono con quello tutta la vita, sondandolo e indagandolo all'infinito, come se qualcosa sempre sfuggisse, per un effetto alla Natura Morta di Morandi.

Una ripetizione che svuotandosi, si riempie.

Manara è davvero innamorato della bellezza, che per lui significa Donna, donna giovane e piena, ricca della sua sensualità allegra e malinconica, di cui è consapevole e che ama esprimere, per dare vita al suo incanto.



L'uomo primitivo dipingeva sulle pareti della caverna gli animali, come simbolo propiziatorio, e poi, un giorno, girandosi, vede per la prima volta che la sua donna è Bella.

E' in quel momento che inizia la Storia dell'Arte: con la scoperta della bellezza femminile.