domenica 1 aprile 2012

Ecco perché il Marrone è meglio del Blu

IMHO, ovviamente ;)

Dunque, stamattina mi è tornata alla mente una cosa: ben 11 anni fa, quando conobbi il Kecche, parlando di associazioni alogiche di pensieri, ci capitò di parlare di come la mente (non di tutti credo) abbini spontanteamente determinati colori a specifiche persone. Lui, ad esempio, è sicuramente blu/azzurro, e quando gli chiesi: ma io, che colore ti faccio venire in mente? e lui mi rispose MARRONE, beh ci restai parecchio male.

Marrone?!? Un colore così "brutto" e banale? Mi indispettii un po'.

Io su tutti, volevo essere il Blu: il blu è il colore filosofico per eccellenza, è il colore che porta in alto i pensieri, è la cromia della profondità, della meditazione, e ha forti nessi con la malinconia ("i'm blue", no?), il che lo rende ai miei occhi ancora più interessante e in linea con la mia natura.


Il pensiero del Blu come colore giusto per me, o meglio, come il colore che volevo essere, mi ha accompagnata parecchi anni, fino a poco tempo fa, direi.

Il blu è il colore dell'essenza, della sostanza senza orpelli, mentre il marrone è il colore dell'esistenza, della terra, è la consistenza della fertilità, è un colore fatto di tanti altri colori, mentre il blu è etereo, è raro in natura, ed è un colore primario, composto solo di se stesso, completamente autoreferenziale, quindi autonomo.

Arrivata all'università, il blu ha continuato a trovare conferme: basta pensare all'antica teoria degli umori, al concetto di noumeno (ciò che sta dietro al fenomeno), al biomorfismo di Kandinsky, alle antropometrie rigorosamente tutte blu del sottilissimo Yves Klein, o al magnifico Mirò.


Perché mai ero stata associata al marrone?

Il marrone è il fenomeno, la fisicità, il blu è il noumeno, la spiritualità, intesa (da me) come cultura, interrogazione filosofica, tendenza alla pulizia, al poco, all'essenza.

Credo che il marrone sia un colore molto più femminile, proprio perché nasce da tante altre gamme cromatiche, che lo arricchiscono rendendolo pieno di potere demiurgico, fertile, mobile, meno perfetto.


Il blu, e quando parlo di blu mi riferisco al blu di prussia, è, pur astratto, alla fine anche molto compatto, "tutto d'un pezzo". Rigido.

Ricordo che al liceo ci era stato chiesto di dare vita a una texture che richiamasse l'autunno, una sorta di modulo che poteva ripetersi all'infinito. Per colorarlo, avevo scelto blu di prussia e bruno van dyck, un marrone molto freddo e "serio" che adoro.

Insieme sposano alla perfezione, specie nella loro versione ad acquerello, che rende tutto più leggero e con un guizzo di vivacità.

In effetti, sotto sotto, il blu e il marrone hanno dei punti di incontro: basta pensare a quanto sia importante il blu nell'aiutare il marrone a creare le ombre, e a come i 2, uniti insieme, sappiano creare con immediatezza nella tavolozza di acquerelli il grigio-nero, un colore difficile che, solitamente, obbliga a mescolare insieme un sacco di tonalità per ottenerlo. Inoltre sono 2 colori con una certa serietà e profondità.

E quindi, cos'è successo? Perché ora vince il marrone? O meglio, perché finalmente l'ho accettato?

Penso che, se mai mi capiterà di avere dei figli (l'unico modo perché io ne abbia è che mi capiti :P), l'unica cosa giusta che ho capito fino ad ora è l'importanza della vicinanza con la terra. Quindi è l'unico insegnamento giusto che potrei dare, su cui non ho dubbi.

Il rapporto con la terra, con le bestie, con gli odori, il sudore, la fatica, le mani screpolate, la concretezza, è un insegnamento che ha tutto a che fare con il marrone.


Non credo di star portando avanti la solita dicotomia spiritualità da un lato e materialità dall'altro, perché ciò di cui parlo non è materialità ma matericità, che è molto differente.

Credo che quella dimensione spirituale che così poco coltivo, alla fine sia nutrita dall'attaccamento alla terra, agli odori e al tatto.

Come la maggior parte delle persone, ho tanti dubbi su chi sono, su chi sarò, sulle scelte fatte e sul mio futuro lavorativo.

Mi sembra però che questa sorta di piccola presa di coscienza, che coincide con la comprensione di una "mia certa componente marrone", potrebbe rivelarsi una buona via per imboccare con un pizzico di serenità in più la Mia strada, che non è divenire "saggia e contemplativa" come mi sarei sempre voluta, e come probabilmente non sarò mai.

E così, dando fine a questo inutile delirio decisamente blu, vi lascio qui sotto uno splendido motivo marrone della mia vita :)

Ciao!

5 commenti:

  1. Mercoledì scorso, tornando dalla calabria, ero a milano alla stazione centrale e al negozio feltrinelli ho preso proprio un libro "taschen" in offerta su Kandinsky. Me lo sono visto tutto questa sera XD e qui cosa ritrovo!!

    il verde, verde-giallo-oro è un colore che posso guardare a lungo, il blu invece no, profondo ed esistenziale.
    Ma alla fine è lecito dire che un colore è meglio dell'altro? Preferiamo quello che sentiamo influisce meglio sul nostro stato e sull'andamento dei nostri pensieri.

    Composizioni di colori poi.. per tornare a quadri di Kandinsky. Devo dire che ho evitato di leggere quello che si scriveva e di guardare, senza la pretesa di capire o dover decifrare.

    RispondiElimina
  2. Mi hanno dato del ''marrone'' un mese fa.
    Non so perché ma m'è venuto in mente il tuo post.
    Ciao maestra :o)

    RispondiElimina